L’ITALIA SI DESTA !

MANIFESTO PROGRAMMATICO di chi dice: “Adesso Basta ! “.

Le Frecce Tricolori

Ormai è davanti agli occhi di tutti il declino dell’Italia.
La parte sana della Nazione, identificata nei ceti produttivi più dinamici e competitivi nel teatro globale e l’intellighenzia più acuta e consapevole composta da studiosi, scienziati, professionisti, grandi e piccoli servitori dello Stato non si rassegnano e non vogliono più stare alla finestra assistendo inermi allo sfacelo.

L’Italia uscì dal Dopoguerra, nel contesto internazionale e dopo la Conferenza di Jalta, come una sorvegliata speciale con sovranità limitata.
Tuttavia il grande spessore della classe politica di allora consentì al Paese di barcamenarsi abilmente nelle forti pressioni esterne e di avere una politica industriale ed estera di ampio respiro e di una certa autonomia pur nel rispetto dei trattati e delle alleanze internazionali.

Il crollo del Muro di Berlino e l’operazione “Mani pulite” decisero la débâcle di quella classe politica e diede il via al processo di “disintermediazione della politica”.
La relazione fra politico e cittadino, sulla quale si fonda l’alto concetto di fiducia che regge il principio di democrazia rappresentativa, si è via via trasformato in una relazione che troppo spesso dimentica il ruolo educativo del “politico”: colui il quale, cioè, ha il compito certamente di ascoltare i bisogni e le esigenze del cittadino, non prescindendo però dal compito, grazie alla propria preparazione, di indirizzare la società verso un disegno definito.

I Partiti si sono trasformati in aziende padronali portandone la stessa concezione calvinista: se faccio profitti Dio è dalla mia parte; lo stesso vale se ho il consenso di tanti elettori.
Pertanto la tentazione è di assecondare le richieste dell’elettore non depurandole da quelle che possono essere richieste mosse da istinti egoistici individuali.
L’azione politica è svuotata di qualsiasi visione strategica: vale il sondaggio dell’ultimo minuto, l’ultimo ruttino della piazza, per scatenare l’ultimo tweet, il selfie, la photo opportunity, la dichiarazione ad effetto.

Gli assistenti del Padrone di turno ( le cui parabole politiche sono molto veloci data l’inconsitenza dei personaggi) sono spesso lacchè senza arte né parte e proprio per questo cooptati ai vertici affinché non facciano ombra al gran capo.
I pochi di spessore, a volte critici o in dissenso, spesso vengono demansionati, posti in disparte e costretti con mille pressioni (a volte anche con la diffamazione) ad abbandonare il partito al quale spesso hanno dato moltissimo.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
E l’Italia sta pagando un prezzo altissimo a causa di questi irresponsabili impreparati.

È il momento per gli Ottimi, pressoché silenti fino ad ora, di rialzare la testa !

Per questo motivo e non solo, accolgo con grande entusiasmo e incoraggiamento, l’appello lanciato da Giancarlo Elia Valori, cui devo i mei primi studi di geopolitica – sono ormai trascorsi trent’anni – e il giusto approccio alla comprensione di questa affascinante e decisiva branca del sapere.

Intanto il sottoscritto, già il 19 ottobre u.s., ha pubblicato il proprio MANIFESTO PER UN’ ITALIA PROTAGONISTA NEL MONDO
https://geointelblog4italianpmi.com/2019/10/19/manifesto-politico-di-geointel-4-italy/

Progetto per un nuovo Gruppo di Influenza e Formazione

Osservatorio Globale di Giancarlo Elia Valori

21 febbraio 2020

La situazione politica, economica e culturale italiana è giunta a un punto di non ritorno. Oltre il momento attuale, l’Italia può aspettarsi o un lento ma certo declino, oppure un crollo verticale e rapidissimo.

Inutile qui riprendere tutte le diagnosi, che sono egualmente vere ma, purtroppo, inevitabilmente tardive.

La crisi incontrollata del debito pubblico, l’adeguamento incerto e disattento alle norme europee finanziarie e produttive, l’adattarsi al nuovo commercio globale, le incertezze in politica estera e gli errori, gravissimi, che sono stati compiuti in questo ambito, la scarsa protezione delle nostre imprese nei confronti dei concorrenti esteri e dei nuovi Paesi Emergenti, vicini o lontani, tutto è vero.

Inoltre, la crisi della classe politica, dalla cessazione dell’operazione “Mani Pulite” in poi, si è andata progressivamente aggravando, proprio quando occorreva una classe dirigente elettiva all’altezza delle scelte e dei programmi di De Gasperi, Moro, Saragat, di Ugo La Malfa, del Documento di Camaldoli, delle scelte finanziarie (basse tasse e protezione attenta ma liberista della Lira) di Guido Carli e di Einaudi.

La gravità dei tempi era la stessa: la Ricostruzione, dopo una guerra orrenda e perduta e, oggi, la Salvezza della Patria in una guerra senza armi, che si conduce ventiquattro ore al giorno, sui mercati finanziari come su quelli tecnologici, scientifici, culturali, dell’immagine e del ciclo mondiale delle materie prime e della forza-lavoro.

Il punto di confronto era la classe politica e tutta quell’area di tecnici, o meglio di sapienti, che informava la classe politica e la rendeva attenta ai grandi flussi delle trasformazioni scientifiche, manageriali, culturali. Di massa come nelle nostre élites.

Oggi questa classe politica, mediatrice tra il mondo globale e i nostri interessi nazionali di lungo termine, non c’è più. Alcuni studiosi della nostra recente storia economica hanno, peraltro, scritto che è stata proprio la specifica caratura di quella classe dirigente e politica che ha permesso i successi del nostro Secondo Dopoguerra.

Ecco, oggi questa classe dirigente politica non può più esistere. La politica, che prima era, anche da parte delle forze di opposizione, una unione tra interessi brevi e concreti e grandi progetti nazionali, è oggi ridotta a una applicazione mediocre di alcune vecchie tecniche di marketing, oppure alla riedizione dialettale di un qualche “contratto” sociale tra eletti ed elettori.

Anche questa, peraltro, è una questione di marketing politico, come le stesse procedure elettorali.

C’è quindi bisogno, per non essere definitivamente sommersi, come ci ricordava Primo Levi, ma salvati, di una nuova classe politica, oppure di un nuovo ordinamento costituzionale, ma dentro l’attuale Costituzione, che modifichi l’assetto attuale della classe politica e delle sue decisioni.

E, a questo punto, propongo la creazione di un Gruppo di Esperti, provenienti sia dal mondo accademico che da quello dell’alta accademia, che indichino le questioni più importanti della società e del futuro, le elaborino, le presentino, in modo convincente e costante, alla classe politica, che ne terrà certamente conto.

Il Gruppo dovrebbe definirsi quale una libera riunione di esperti, spesso coperti da qualche velo di riservatezza, provenienti dal mondo della cultura italiana non settoriale, dall’intelligence, dalla direzione d’azienda, dalla Finanza, dalla scienza politica, dalla diplomazia, dal settore tecnologico e dal mondo delle tecniche di comunicazione di massa.

Un Consiglio per la Sicurezza Nazionale privato, selezionato, non obbligato al rispetto delle gerarchie statuali, ma comunque autorevole tanto quanto l’equivalente istituzione pubblica che qualcuno, oggi, vorrebbe costituire ex novo.

Il vero canale di diffusione sarà il rapporto diretto con i Decisori economici, politici, finanziari di rilievo, con la necessaria, talvolta, copertura delle fonti e con un lavoro attento e sempre aggiornato sulle fonti e sugli obiettivi di una specifica operazione informativa.

Nessuna regolamentazione interna, salvo quella minima, poiché il livello e l’esperienza dei membri sono tali da permetterci di evitare strutture interne e regole inutili.

Ma la stabilità della struttura sarà nelle sue opere, che scandiranno, anche con eventuali convegni, una nuova storia della formazione, selezione e acculturazione professionale di una nuova classe politica italiana.

Argomenti primari: la riforma della finanza pubblica, il nesso tra FF.AA. e decisione politico-strategica, regolazione post-UE della finanza familiare e d’impresa, visto che non tutto è regolabile dall’Unione Europea, la programmazione di una nuova politica estera, sia interna che esterna dalla NATO, UE e ONU, un progetto di salvezza, ma adatto al mercato, per le Piccole e Medie Imprese.

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