Manifesto per un’ Italia protagonista nel Mondo

marcello lopez – geopolitical & intelligence analyst – blogger & editor

Questo che è un vero e proprio manifesto politico è un condensato di innumerevoli articoli e studi che ho pubblicato sul mio Blog, ormai da più di un decennio, su tutti i punti toccati nel manifesto programmatico che leggerete di seguito.
Alcuni di essi, oggi in grande spolvero, sia da parte degli analisti sia da parte di nuove e meno nuove forze politiche, furono trattati da me in completa solitudine molti anni fa, prima che molti, prima di essere folgorati sulla via per Damasco, in passato, ne avessero contezza o il coraggio intellettuale di ammetterne la veridicità ( ci vuole sempre il bimbo che affermi che il re è nudo).

Il fil rouge ideologico a cui ho attinto e le personalità che ho studiato nel tempo e dalle quali ho tratto ispirazione fin da giovane sono trasversali anche ideologicamente ma hanno un massimo comun denominatore: l’Interesse Nazionale.
Che poi, quando è riferito ad una società avanzata e democratica, significa automaticamente traslarne il modello alla pace e al benessere di tutte le altre nazioni che ne condividono i principi o ne risentano l’influenza culturale.
Per dare una piccola dimostrazione del mio eclettismo ideologico citerò alcune personalità che hanno contribuito alla mia concezione poliedrica della “P”olitica.

Ecco alcune personalità, dell’ Italia “moderna” e visonaria, dalle quali mi sono “abbeverato” per formare la mia ideologia e la mia cultura politica, industriale, finanziaria e culturale: Beneduce, Tino, Mattioli, Olivetti, La Malfa, Parri, Rossi, Menichella, De Gasperi, Merzagora, Einaudi, Saraceno, Sinigaglia, Gramsci, Mattei, Baffi, Sarcinelli, Sturzo, Pirelli, Caffè, Bauer, Zanotti Bianco, Visentini, Ferdinando Bocconi …e potrei citarne molti altri.

ECCO , IN SINTESI, IL MANIFESTO POLITICO DI GeoIntel.4.ITALY

1) STOP a trasferimenti miliardari a regioni a statuto ordinario e a statuto speciale che hanno dimostrato nei decenni di essere dei pozzi senza fondo per lo spreco delle risorse pubbliche, pertanto:
a) Commissariamento con poteri straordinari di suddette regioni ed abolizione degli statuti speciali delle regioni inefficienti, con relativa sospensione dell’elettorato attivo e passivo nel caso di conclamato controllo mafioso del territorio.
b) Severo sfoltimento di migliaia di impiegati pubblici statali, regionali, provinciali e comunali, assolutamente inutili se non, addirittura motivo di ostacolo e di complicazioni artificiosamente burocratiche se non di ricatto ai settori produttivi, con conseguenti perdite rilevanti soprattutto per la piccola e media impresa.

Come utilizzare le decine di miliardi di EUR così risparmiati ogni anno :

2) CORPORATE ITALIA

A) Ricostituzione della nostra Corporate Italia sul solco della vecchia e gloriosa I.R.I. ma riveduta e corretta (eliminandone gli aspetti degenerativi monopolistici).
Ridare quindi nuovamente al Sistema Italia quella massa critica e quei Campioni Industriali Globali che in passato fece ottenere all’Italia grandi primati industriali dalle TLC all’ information and communications technology ( ICT ), dalla chimica all’automotive e all’aerospaziale.
Il tessuto del middle e del top management di queste aziende, il cui golden power sarà saldamente nelle mani del Ministero del Tesoro e quindi degli italiani, sarà formato da tutti quei nostri
straordinari concittadini costretti ad emigrare nel mondo in Paesi meritocratici e a dispensare il loro geniale sapere, formato nell’ eccellenti università ed istituti italici e pagato dal contribuente italiano; dopodiché dispensato gratuitamente ad entità e potenze estere, a volte o spesso, proprio in competizione con la loro patria di origine.
Questa diaspora di talenti, grazie alle diverse decine di miliardi recuperati come sopra indicato, saranno attratti dal Governo Italiano a ritornare in patria, grazie a nuovi Poli di Ricerca all’avanguardia e a posizioni manageriali di assoluto livello e remenurazione, tramite selezioni basate esclusivamente sulla meritocrazia e l’efficienza.

L’Italia deve ritornare nei primissimi posti del ranking industriale mondiale come lo fu negli anni ’80.

B) QUANTUM COMPUTING e QUANTUM SUPREMACY
I computer quantistici sono in fase di sviluppo da decenni.
Tra 4/5 anni questa tecnologia sarà disponibile non solo linearmente ma anche universalmente.
Essa spazzerà via gli attuali paradigmi informatici e gli algoritmi utilizzati attualmente.
La ricerca quantistica necessita di ingentissimi capitali: USA e Cina sono avanti di circa vent’anni rispetto alla vecchia Europa per non parlare della arretratezza italiana in termini di investimenti.
L’Italia ha i cervelli per diventare una protagonista nella lotta per la Quantum Supremacy.
Questa raffinata tecnologia ha e avrà un’importanza decisiva in tutti i settori strategici di una nazione: dall’industria ai servizi, dalla difesa all’intelligence.
Un governante avveduto deve sapere che se vorrà il proprio paese protagonista nello scenario globale futuro dovrà investire risorse ingenti nel Quantum Computing e nelle c.d. jolting technologies.

3) DIFESA
Occorre uscire da una logica perversa e succube di Forze Armate che hanno come mission principale il soccorso e la prestazione di servizi assistenziali ed emergenziali che sono più consone a strutture sanitarie e formative.
Questo “complesso pacifista” insito nell’approccio che le nostre forze politiche hanno sempre avuto nei confronti delle nostre Forze Armate ha radici storiche che affondano soprattutto nel ventennio fascista e nei disastri militari italici nelle ultime due guerre mondiali.
Ma è ora di voltare pagina !
Le nostre FF.AA. hanno il compito non solo di proteggere territorialmente l’Italia e i suoi cittadini ma ha un compito molto più vasto e strategico nella difesa degli interessi nazionali e nel posizionamento strategico nello scacchiere geopolitico.
Occorre cogliere questa fase storica, in cui i vecchi padrini militari dell’Italia si stanno smarcando, per raggiungere la consapevolezza e la maturità che una Nazione come l’ Italia, se vuole rimanere l’ottava economia nel mondo e la seconda potenza manifatturiera in Europa, deve avere per delle FF.AA. degne di queste nome.
Adeguate ed ingenti risorse devono essere convogliate su questo settore; la ricerca in campo militare non è soggetta ai rigorosi vincoli degli “aiuti di Stato” da parte di Bruxelles; sappiamo però come la ricerca e l’innovazione in campo militare abbia delle assolute e importanti ridondanze nell’ industria civile.

Le nostre FF.AA. dovranno essere sempre più una forza temuta di dissuasione e prevenzione per le potenze straniere che minaccino gli interessi nazionali all’estero anche esplicando interventi fulminei ed efficaci là ove necessari, senza sterili reticenze vetero pacifiste e preventive autorizzazioni da parte di entità straniere.
Va da sé che la scelta di entrare nelle FF.AA. da parte di un giovane non deve essere più vissuta come l’ultima spiaggia di ripiego nell’impiego pubblico ed estremo rimedio alla disoccupazione ma l’inizio di un percorso altamente formativo e qualificante con accesso selettivo e meritocratico.

4) INTELLIGENCE
La nostra intellingence deve essere profondamente riformata valorizzando le risorse valide che già vi sono all’interno, eliminando gli elementi spuri e le faide interne; anche con l’innesto dei famosi nostri talenti emigrati, già summenzionati, adeguatamente remunerati e con percorsi manageriali interni ben delineati e meritocratici.

5) FORZE DI POLIZIA
Le nostre forze di polizia sono notoriamente sottopagate; se ciò non bastasse, esse, pur svolgendo un lavoro egregio, spesso si trovano nell’impotenza più completa soprattutto nel contrasto alla criminalità minore, tutelata da un lato da leggi troppo garantiste e, dall’altro lato, da una magistratura a volte troppo lassista nell’applicazione interpretativa di circostanze attenuanti e benefici per buona condotta.

6) RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E DELLA MAGISTRATURA.
Questo è un punto sul quale non mi soffermo perché fiumi di inchiostro si sono spesi sull’argomento.
Mi limito a scrivere che il meccanismo di autocontrollo della Magistratura, pur nella sua indipendenza, andrebbe completamente riformato, come è evidente per tutti e che è eticamente auspicabile la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante.

Qualunque addetto ai lavori sa, fatte le dovute eccezioni, che trattasi di due professionalità con forma mentis e preparazione giuridica decisamente diverse e raramente interscambiabili nei ruoli.
Nelle selezioni dei concorsi in magistratura andrebbero inserite anche prove attitudinali e psicologiche che vadano a misurare non solo la preparazione tecnico/giuridica del soggetto ma anche l’equilibrio mentale, la salute psicologica, la moralità e la maturità del candidato alla selezione per una professione così delicata.

7) SCUOLA E UNIVERSITA’
Conosciamo tutti la frustrazione di tanti docenti preparati e motivati che constatano ormai di avere perso l’autorevolezza e il prestigio di cui godevano causato principalmente da due fattori: a) l’inserimento di migliaia di docenti impreparati e raccomandati tramite concorsi farlocchi ad hoc in cambio di consenso elettorale spesso assenteisti legalizzati.

Questi inserimenti di massa hanno determinato il dilapidamento e il dirottamento delle risorse scolastiche per stipendi inutili anzichè rivolti alla valorizzazione delle carriere dei docenti più preparati e meritevoli ed alla modernizzazione ed alla messa in sicurezza degli edifici scolastici finendo per scordare lo scopo ultimo della scuola: formare ragazzi in grado di affrontare le sfide della nuova era tecnologica.
Sull’Università tanto si sa e si è scritto: sappiamo di avere delle eccellenze che tutto il mondo ci invidia ma anche di avere degli atenei verminai dove le carriere vengono costruite a tavolino all’interno di conventicole baronali, familistiche e nepotistische se non “mafiose”, prive di qualsasi titolo e merito.

Le Università vanno misurate sui risultati concreti in termini di risultati raggiunti nella ricerca e sviluppo e nell’indice di occupabilità dei studenti licenziati sia in ambito nazionale ed internazionale.
In base a questi indici le migliori saranno premiate con ingenti investimenti e le peggiori depauperate di fondi e di risorse e in casi estremi chiuse
ed adibite ad altri scopi.

7) SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE
Il primo nucleo sociale di una Nazione è la famiglia.
La famiglia è quell’entità che darà l’imprinting al futuro cittadino della comunità nazionale.
Il calo demografico e la scarsa scolarizzazione sono i due drammi del nostro Paese da cui ne discendono:

a) insostenibilità del Welfare; b) disoccupazione; c) decadimento del sistema produttivo nazionale nel ranking internazionale.
Le politiche necessarie e improrogabili di sostegno alle famiglie sono note a tutti pertanto non mi dilungherò su di esse: esempi virtuosi di altre Nazioni da emulare non mancano ( uno per tutti la Francia ).

8) TASSAZIONE
La Tassazione deve essere progressiva.
La Flat Tax ha senso solo se applicate in Nazioni che si sono aperte da poco all’economia di mercato o a piccoli regni o repubbliche che campano su regimi di tassazione offshore.
La Flat Tax applicata a Nazioni storicamente avanzate industrialmente non ha alcun senso.
Piuttosto, invece di vessare le piccole e medie partite IVA, spesso costrette ad una micro evasione di sopravvivenza, occorre aggredire, con corretta pervicacia, gli enormi utili generati nel nostro Paese dalle Big Corporation Digitali, i c.d. OTT: è scandaloso che dai bilanci di Amazon, Google, Twitter, Airbnb e Tripadvisor risulti che il conto complessivo delle imposte versate l’anno scorso 2018 nel nostro Paese arriva a 14 milioni e 300mila euro.

9) PENSIONE ANTICIPATA QUOTA 100
Quota 100 così come concepita è insostenibile e ingiusta perché è universale e non mirata verso le categorie più bisognose come coloro che svolgono lavori usuranti, disoccupati , persone con disabilità, lavoratori con esigenze di cura in famiglia.

10) POLITICA ESTERA

l’Europa e l’Italia soprattutto, devono ormai avere la consapevolezza che dopo la caduta del muro di Berlino un ciclo geopolitico si è chiuso:
Gli USA, con la nuova amministrazione Trump, ormai conducono in solitario le loro politiche geostrategiche e la Nato è ormai puramente strumentale alla politica americana.


Nonostante non condivida l’approccio egemone di Macron all’interno della UE e non solo (ma al suo posto farei lo stesso se potessi vedere L’Italia protagonista) è l’unico che “vede” con piena consapevolezza il nuovo assetto geopolitico.


Con Brexit ci sarà una completa saldatura dell’asse anglo-americano (altrimenti senza gli USA ciò che rimarrebbe della grande GB – vedi le spinte autonomiste della Scozia, dell’Irlanda e del Galles – sarebbe completamente fuori dai giochi internazionali).
Occorre recuperare completamente la Russia e integrarla sempre di più nell’evoluzione europea togliendole quel senso di accerchiamento che gli ha creato la NATO, su pressione degli USA e degli ex satelliti sovietici.


Parigi, a Brexit conclusa, acquisterà una centralità inusitata nello scacchiere europeo ed internazionale.


Pertanto l’Italia è chiamata ad un potente cambio di passo sullo scacchiere internazionale.


L’Europa senza Italia non esiste e l’ Italia senza Europa sarebbe figlia di un Dio minore ma, l’Italia in Europa, deve diventare, nel prossimo futuro, una Nazione laeder come mai lo è stata.
Deve portare nei consessi Europei una dirigenza, sia politica ma soprattutto burocratica, di altissimo livello non compromessa da passati incarichi al servizio di potenze e interessi stranieri.


Al di là dei confini europei l’Italia, pur mantenendo la propria intima anima atlantica, deve aprirsi ai nuovi mondi e alle nuove economie con la stessa accortezza e reciprocità con la quale i nostri avveduti alleati storici si muovono senza fanfare e strombazzamenti ma con estrema e fattiva concretezza.


A nessun Paese alleato dovrà essere concesso di dettare l’agenda politica, economica e militare del nostro Paese.


Tuteleremo i nostri interessi all’estero, se necessario, anche manu militari senza complessi e soggezioni di sorta.


Farnesina, Intelligence, Difesa, Interni a mio parere devono essere monitorati e supervisionati costantemente da un comitato politico supremo, dotato di una propria struttura informativa, che prevenga e colga deviazioni di apparati o singoli funzionari dagli scopi predetti e che sanzioni eventuali comportamenti devianti.
Ciò che va evitato e che in passato e nel presente capita troppo spesso e che apparati statali nazionali o singoli funzionari apicali, in buona o in cattiva fede, si siano posti al servizio di governi e interessi stranieri senza un’ autorizzazione politico/istituzionale ma semplicemente dietro l’imput di un ministro o addirrittura di un alto funzionario ministeriale senza alcun avallo politico.

Il 2 agosto 1847 Metternich scrisse, in una nota inviata al conte Dietrichstein, la famosa e controversa frase «L’Italia è un’espressione geografica» (La frase esatta fu: «La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle »).
Tale frase venne ripresa in senso dispregiativo: ma gli storici sono abbastanza concordi nel riconoscere in tale affermazione la constatazione di “uno stato di fatto” invece di una connotazione negativa: dal punto di vista politico infatti, lo statista austriaco vedeva come l’Italia fosse «composta da Stati sovrani, reciprocamente indipendenti» (così proseguiva nel testo della nota), così come lo era la Germania.
Più che un arrogante disprezzo nei confronti dell’Italia e di coloro che puntavano alla sua unificazione, a muovere Metternich fu il calcolo politico di mantenere divisa la penisola, permettendo al suo paese di esercitare una stretta influenza (diretta e indiretta) sugli stati italiani.

E questo è il punto focale di tutta la questione italiana: certamente l’Italia non è un paese coeso segnato com’è da profonde differenze territoriali e reciproche diffidenze.
Ciò la rende estremamente fragile di fronte a suggestioni ed attacchi esterni.
Il rimedio è puntare sull’emulazione delle aree più virtuose del Paese.
Pertanto lasciare a quest’ultime la più ampia autonomia possibile e stringere il morso nelle aree più anarchiche, dissipatrici antistatuali e delinquenziali della Nazione.
Solo così si eviterà l’esplodere delle naturali forze centripete prive di sfogo e si incentiverà il progresso della Nazione nella sua unit
à attirando i migliori di tutto il Paese nelle aree che potranno e sapranno valorizzarli.