Chicago Boys : quando si confonde liberalismo con capitalismo.

by marcello lopez – editor

Sotto la bandiera di un cameratismo solidale che li unisce, scopriamo i Chicago Boys.
Vivaci Economisti dell’élite destra cilena, questi studiosi della Scuola di Chicago diretta da Milton Friedman si ritrovano, come per magia, a trasformare il Cile sotto la dittatura di Pinochet. Un laboratorio a grandezza naturale di neoliberismo. Trasportano la loro versione addolcita della storia, mostrando la loro cecità morale.
Sintomatica l’affermazione di Peter Thiel nel saggio “Competition is for losers”. Il suo argomento? “In realtà, il capitalismo e la concorrenza sono opposti. 
Il capitalismo si basa sull’accumulazione di capitale, ma sotto una concorrenza perfetta, tutti i profitti vengono messi in competizione “.
https://geointelblog4italianpmi.com/2019/01/21/data-democracy-dirty-tricks/(si apre in una nuova scheda)

A volte, con tutta la buona volontà, non riesco a capire come persone più che neuralmente dotate, si ascrivano, acriticamente, a ideologie sorpassate e propalino tesi palesemente insostenibili e contradditorie per qualsisi studioso o appassionato che sia normalmente “compus sui” mantenendo una soglia minimale di lucidità e di capacità critica (lato sensu).
Attraverso le neanche troppo selettive griglie della mia critica sono inciampati, ancora una volta, i componenti di quel gruppo – tra l’altro composto anche di eccellenti testoline- da me benevolmente denominati “I Chicago Boys de’noantri”, pasdaran neoliberisti, acritici adoratori della Scuola di Chicago che tanti disastri ha combinato in giro per il mondo, in particolare in Sud America, utilizzando questo giardino Yankee come laboratorio, seminando morte, fame e povertà a favore di pochi oligopoli, naturalmente statunitensi.
Ora, sarebbe troppo lungo, mettere in fila tutt le contraddizioni e incoerenze in cui si invischia, spesso goffamente, questa, peraltro simpatica e caustica confraternita, ma, tuttavia, due argomenti a loro cari, scatenano ogni volta in me un principio di orticaria che mi spingono a compulsare la mia tastiera per un moto di insopprimibile insopportabilità.

Tenterò di spiegarmi con concetti semplici anche per un bocconiano… (come direbbe anche Giulio Sapelli)

Non ci resta che piangere – l’indimenticabile Troisi cerca di far capire alcuni concetti basici di economia, senza successo, a Leonardo il bocconiano.

Mi riferisco a due dogmi perseguiti dai nostri novelli “predatori dell’arca perduta”(con tutta la simbologia del caso esoterica/nazi/capitalistica):
1) Concorrenza fiscale all’interno della UE
e
2) Garantismo a senso alternato.


Cominciamo dal primo tema, per certi versi più serio perché perseguito dai nostri con più lucidità ( si fa per dire…)
Lor signori, sostengono con vivace veemenza ( la cui buona fede non metto in discussione), che bene fanno staterelli, non certo decisivi per le sorti europee, a mantenere politiche fiscali estremamenti attrattive per Corporations desiderose di pagare tasse quanto un contrabbandiere di “bionde” del foggiano.

Il Parlamento europeo ha determinato che la quantità di investimenti diretti verso Cipro, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi e Irlanda non può essere spiegata con le attività economiche che si svolgono al loro interno, quindi i cinque adottano, molto probabilmente, una pianificazione fiscale aggressiva.
Tradotto in soldoni: molte multinazionali stabiliscono la loro sede legale in questi paesi per usufruire di accordi e tassazioni agevolate, anche se gli utili vengono spesso prodotti altrove.
Un espediente legale che deprime fortemente la fiscalità generale e il principio di progressività delle imposte nel resto della UE (Italia compresa), ma che attira molti capitali e che è molto utilizzato dalle aziende digitali, ma non solo. 
Nel documento parlamentare UE si legge testualmente: “si deplora il fatto che alcuni Stati membri confischino la base imponibile di altri Stati membri attirando utili generati altrove, consentendo così alle imprese di ridurre artificialmente la propria base imponibile; evidenzia che questa pratica non solo danneggia il principio di solidarietà dell’UE, ma conduce anche a una redistribuzione della ricchezza nei confronti delle imprese multinazionali e dei loro azionisti a spese dei cittadini dell’UE”.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale le perdite dovute all’erosione degli imponibili fiscali mondiali e il traferimento di fondi in paradisi fiscali ammontano a 600 miliardi di dollari l’anno, 400 se ci limitiamo solo ai paesi OCSE.  E i numeri sono altissimi anche se parliamo dello spostamento di capitali nei paradisi fiscali presenti nella stessa UE: nel 2015 l’ampiezza delle perdite annuali derivanti da pianificazioni fiscali aggressive ammontavano tra i 50 e i 70 miliardi di euro e addirittura tra i 160 e i 190 se si aggiungono anche gli accordi fiscali personalizzati con le grandi imprese multinazionali e inefficienze della riscossione.
Cifre da capogiro che potrebbero alleviare (e di molto) problematiche, ad esempio, relative al Welfare o al cambio climatico.
Ma se in Italia, la tassazione d’impresa rimane tuttora un problema, il Parlamento europeo rileva che le aliquote minime delle società sono passate da una media del 32% nel 2000 a una del 21,9% nel 2018. E la tassazione agevola enormemente le imprese digitali.
Mentre i settori tradizionali sono sottoposti ad una pressione fiscale del 23% (media UE) quelle digitali sono sottoposte ad appena il 9%.
Percentuali forse utili ad attirare gli investimenti ed evitare la “migrazione” verso regimi fiscali più agevolati, ma che sanno di vero e proprio paradosso in un’Europa da anni schiacciata da manovre di austerità e dalla preoccupante ascesa dei populisti.

Ora, i lettori, mi scuseranno perché farò una digressione semplicistica affinché anche i bocconiani più incalliti non si perdano nel ragionamento…
Dunque mettiamo caso che io domani diventi il monarca del Regno di Pikachu e i miei sudditi ammontassero a circa quarantamila anime distribuite su una superficie di 160 km².
Ciò significherebbe che il mio staterello dovrebbe erogare servizi (sanità, istruzione, difesa, ambiente ecc.) per una mini comunità statuale.
A questo punto, il Sovrano anche se fosse in possesso solamente di un diploma di quinta elementare o di un master comprato in una prestigiosa Università Americana e di un apparato neuronale medio, giungerebbe a comprendere che lui, la sua famiglia, i suoi clientes e tutti i suoi sudditi potranno vivere di rendita divertendosi alla grande – stile Gianluca Vacchi – convertendo tutti i cittadini in avvocati e commercialisti, senza arte né parte, legali rappresentanti di innumerevoli caselle postali dove formalmente faranno capo le più grandi corporations del globo terraqueo, attirandole con tassazioni risibili e per di più tollerate dalla UE.
Praticamente le corporations generano certamente gli utili dove utilizzano e consumano direttamente o indirettamente – tramite i propri dipendenti, clienti e fornitori – ingenti risorse erogate dal Paese dove esse insistono realmente (come Sanità, trasporti, ambiente, istruzione, ecc. ) ma le tasse – che per una parte proporzionale dovrebbero ritornare al Paese ospitante, in frazione di quegli utili, per un ammontare atto a pagare tutti i costi sociali dell’impresa – verrano pagate, invece, nel mio piccolo regno, per una frazione forfettaria spesso, assolutamente risibile rispetto al fatturato generato all’estero ma più che appetibile per i miei goderecci sudditi.
Oltremodo, una particina di quella montagna di denaro risparmiata, le nostre corporations la utilizzerà per foraggiare Think Tank, pensatoi e gruppi di argent de poche di autorevoli e prezzolate università, che convinceranno il vasto pubblico del valore maieutico della pratica in oggetto come portatrice di progresso e civiltà ad usum Delphini.

E veniamo al secondo punto : Il Garantismo
Alcuni bene informati mi hanno raccontato di alcuni Chicago Boys de’ Noantri sopresi ad avere una eiaculazione dopo aver compulsato al mattino i giornali e sorprendendosi piacevolmente davanti a un titolone urlante: “Germania, il ministro dell’Istruzione Schavan si dimette: copiò tesi”, “Tesi di dottorato copiata: il ministro della Difesa, barone Karl Theodor zu Guttenberg si è dimesso”, “Mark Harper, 43 anni, ministro dell’Immigrazione del governo britannico conservatore, ha lasciato oggi il suo incarico dopo aver scoperto che la sua domestica dal 2007 era una clandestina” , “Stoccolma, Cecilia Stego Chilo, ministra del neogoverno conservatore svedese si dimette, dopo aver confessato di non pagare il canone tv da 16 anni e di non aver pagato i contributi alle collaboratrici domestiche”.
A questo punto tra i nostri inizia un febbrile giro di telefonate del tenore “minchia a papà, che civiltà tengono quelli !!!”.
Immediatamente dopo viene organizzata una puntata speciale
sul caso (televisiva o radiofonica) e viene immediateamente convocato l’inevitabile e immarcescibile Udo Gümpel che, con teutonica didattica marziale, esordisce con il consueto pistolotto educational al barbarico (ma i barbari non erano loro …mi sarò perso qualcosa ) popolo italiano sulle virtù civiche dei popoli luterani i cui ascendenti vagano gloriosi e senza macchia nelle praterie del Valhalla, dove nel frattempo hanno aperto delle banche per riciclare il denaro della mafia russa.
Poi succede un fatto: un amico o un amico degli amici, condannato per bancarotta fraudolenta diventa sottosegretario…
in più, al poveretto capita pure, giusto per amicizia e per amore dll’ambientalismo ( sublimi valori: amicizia e ambientalismo), di favorire un amico stilando un provvedimento governativo ad hoc.
Ecco allora i nostri, con spregio del pericolo, ergersi a garantisti dei supremi valori costituzionali, costi quel che costi ( o la vice direzione di un giornale, in subordine la conduzione di paperissima, una generosa consulenza ministeriale – che, come noto, non si nega ad alcuno – od uno scatto per la poltronissima universitaria).
E vabbé, ma non stiamo a sottilizzare, alla fine chissenefrega se la laurea o il master o l’ “Oscar” uno ce l’ha veramente o meno…
Simmo ‘e Napulepaisà ! Faciteme ‘o piacere.

N.d.R. Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale .

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