Haiti è un’altra storia ma… non dimentichiamo: da un fiammifero può scaturire un incendio. Bengasi: 11 settembre 2012

by marcello lopez – editor

13 Hours: The Secret Soldiers of Benghazi

In Libia, tutto cominciò dopo il dissennato bombardamento militare del 2011, inaugurato dalla Francia con un attacco aereo diretto contro le forze terrestri di Gheddafi attorno a Bengasi; attacco a cui seguì, qualche ora più tardi, il lancio di missili da crociera tipo “Tomahawk” da navi militari statunitensi e britanniche su obiettivi strategici in tutta la Libia.

Con la morte di Gheddafi, la NATO cessò ogni operazione il 31 ottobre del 2011.

MA IL DISASTRO, DI CUI STIAMO PAGANDO ANCORA LE CONSEGUENZE, ERA ORMAI FATTO.

Nella notte dell’11 settembre 2012, il complesso in cui soggiornava l’Ambasciatore americano Christopher Stevens fu attaccato da orde di residenti pesantemente armati. 

Nel luglio 2016, la Commissione per l’intelligence della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti , guidato dai Repubblicani, a Bengasi, ha pubblicato il suo rapporto che includeva numerosi testimoni che indicavano che l’aiuto militare dal Pentagono era disponibile, ma non richiesto, anche se i funzionari dei più alti livelli avevano scoperto l’attacco entro le prime ore del 11 settembre.

La responsabilità di ciò non è stata ancora chiarita.

Ma ciò che è chiaro, fu l’eroismo dei sei “Contractors”, ex istruttori e veterani delle forze speciali, che furono le sole forze in grado di difendere e disposte ad intervenire, nonostante ufficialmente “invisibili”.

Purtroppo i sei membri del Security Team non arrivarono in tempo per salvare la vita dell’ambasciatore Stevens ma , eroicamente tennero testa da soli, a orde di residenti pesantemente armati dall’ ISIS – circa 150 uomini islamisti militanti del gruppo di Ansar al-Sharia – per difendere il complesso diplomatico americano a Bengasi e poi anche la vicina centrale della CIA a Bengasi, conosciuta come Annex.

Hillary Clinton: Anti-Muslim video played role in Benghazi attack

I sei eroici GRS, Tyrone “Rone” Woods, Jack Silva, Mark “Oz” Geist, John “Tig” Tiegen, Kris “Tanto” Paronto, Dave “Boon” Benton, Glen “Bub” Doherty (deceduto durante l’attacco) sono nomi che il mondo mai ricorderà nonostante la loro impresa. A nulla è servita la Distinguished Intelligence Medal consegnata qualche mese dopo ai G.R.S. – Global Response Staff, Unità segreta della CIA attinta dai reparti di élite – perché nessuna medaglia ridarà la vita a Glen Doherty e Tyrone Woods ( ex Navy Seal) morti sotto i colpi di mortaio.

N.D.R. I “contractor” non fanno parte dell’apparato dei funzionari governativi, sono dipendenti di società private ma sono assunti come collaboratori a termine dal governo per incarichi rischiosi e ben remunerati.
Invito ad approfondire la materia con uno dei più esperti e autorevoli professionisti italiani di intelligence Umberto Saccone che già nel convegno della Fondazione ICSA del 21 marzo 2017 “Sicurezza del Paese ed interesse nazionale: un ruolo per le Private Military Security Companies ?” si domandava, insieme ad altri autorevoli esperti, cosa si aspettasse a normare legislativamente i “security contractors” (PSC/PMC Private Military/Security Companies), per arrivare ad una regolamentazione ormai non più rinviabile superando l’ambiguità giuridica derivante dall’unica normativa esistente del 1931, sottolineando come in Italia ci sono circa 47mila guardie giurate e 30mila soldati in ferma volontaria che potrebbero alimentare l’arruolamento in PSC incaricate di proteggere cantieri e personale delle aziende italiane evitando il ricorso a stranieri spesso collegati all’intelligence dei rispettivi Paesi.

Sicurezza nazionale e Private Military Companies
La norme che governano l’uso di Private Military & Security Companies

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