Agosto 2013 – Nel video, l’allora ministro del tesoro Fabrizio Saccomanni, impegnato in quei giorni a spiegare agli italiani a trovare altri soldi per ridurre il debito italiano, dichiarava (e poi smentire subito dopo) al G20 di Mosca di poter ridurre il debito italiano grazie alla (S)vendita di Eni, Enel e Finmeccanica. Non solo. Anche delle utilities: acqua, luce e gas finiranno in mano ad arabi o cinesi, addirittura con un esproprio.
Tutto questo per recuperare 12 miliardi, una cifra ridicola,meno di 1 punto di Pila fronte di un debito pubblico di oltre 2000 miliardi.
In questo senso va la riforma del titolo V della Costituzione, imposta dalla UE, che sarà messa in atto da questo governo illegittimo formato da persone non elette, grazie a Napolitano.
Sempre nel video Lorenzo Codogno, Direttore generale del Dipartimento del Tesoro fino al marzo scorso, le cessioni di Eni, Enel e Finmeccanica «hanno un senso», certamente, «ma il problema è che non prendi tantissimo, perché – ho fatto un calcolo un po’ di tempo fa – sono 12 miliardi, meno di 1 punto di Pil».
Parola del responsabile della direzione analisi economico-finanziaria del dipartimento, ieri retto da Saccomanni e oggi da Padoan. Secondo Codogno, per abbattere il debito non bastano Finmeccanica, le altre maxi-imprese dello Stato, gli immobili pubblici. Serve, soprattutto, «il resto». E cioè «acqua, luce e gas», o meglio, le “utilities” che ogni Comune gestisce per i propri cittadini.
Il problema – aggiunge il tecnocrate – è che quei servizi «non sono nostri, dello Stato: sono dei Comuni, delle Regioni. E quindi bisogna cambiare il Titolo V della Costituzione, ed espropriare i Comuni e le Regioni».
Letteralmente: “espropriare”.
Conclude l’inviato di Paragone: «Sindaci, preparatevi. Le aziende di servizio devono finire in mano araba o cinese, poche storie».
Gli italiani ? Non protesteranno, non se ne accorgeranno nemmeno. A loro provvederà l’ottimismo di Matteo Renzi: servirà a presentare come “vecchiume da rottamare” anche il Titolo V della Costituzione, cioè il dispositivo legale che assegna agli enti locali l’autonomia finanziaria per creare e gestire le reti di distribuzione dei servizi pubblici vitali. Quelle che fanno così gola agli “investitori” esteri. Perché, come dice il dottor Codogno, valgono «tanti, tanti miliardi». Basterà gonfiare le tariffe, per incamerare utili stratosferici. E a quel punto, l’Italia – come Stato – sarà tecnicamente estinta.
E i cittadini, in balia degli “usurai”di mezzo mondo, futuri padroni del paese.