Intervista all’Autore

Introduzione dell’editor
Vi sono uomini nella vita di una democrazia repubblicana che hanno responsabilità delicatissime e vivono, per lunghi anni, un’operatività necessariamente sconosciuta e celata al grande pubblico e ai cittadini ma, spesso, determinante per la prevenzione dei pericoli e per la difesa della stessa vita delle istituzioni democratiche del Paese e dei suoi asset strategici.
Questi uomini in silenzio e nella massima discrezione, spesso sono chiamati a intervenire come il 118, a dipanare situazioni estremamente complesse, a volte create da appartenenti delle stesse istituzioni che, per nomina politica o altre combine di bassa cucina e non per effettiva competenza e cursus honorum, si trovano a dover gestire situazioni e circostanze di estrema delicatezza di cui non sono all’altezza.
Sono Servitori dello Stato che non mutano i loro valori e la loro fedeltà alla Repubblica in base ai ciclici storici e politici del Paese ma fanno parte di un network virtuoso che cerca di tenere la barra dritta nella difesa degli interessi statuali anche e soprattutto quando il Paese naviga in acque procellose e senza meta.
Ecco, nella sua infinita pochezza, il sottoscritto, conoscendo la modestia e l’amore dell’autore per il low profile , si prende tutta la responsabilità e la sua disapprovazione per questa digressione sulla sua persona, ascrivendo, in tutto e per tutto, Umberto Saccone a questa élite di pretoriani della Repubblica, che solo in avanzata maturità professionale si disvelano al pubblico, consegnando a coloro che gli succederanno un patrimonio di saperi e di esperienza sul campo inestimabile.
Per questo dobbiamo rivolgere un grande e grato “Grazie” a uomini come Umberto Saccone e fare tesoro di quanto, ora, può trasmetterci.
Il giorno in cui questo articolo viene redatto è il 2 giugno.
Una data perfettamente congeniale alla persona e ai temi che sono qui affrontati: la Festa della nostra Repubblica e dei suoi fedeli servitori che la difendono e la preservano ogni giorno all’ombra dei grandi riflettori mediatici.
L’autore: Umberto Saccone
Ufficiale dei carabinieri, Umberto Saccone nel 1981 è entrato al SISMI dove è rimasto 25 anni ricoprendo incarichi operativi In Italia e all’estero.
Direttore del Controspionaggio, Capo Centro prima a Parigi e poi a Riad.
Nel 2006 lascia Il Servizio per assumere in ENI la Direzione della Sicurezza del colosso petrolifero.
Sviluppo specifiche expertise garantendo per 10 anni lo sicurezza degli asset e delle persone nei più di 70 paesi dove Eni è presente.
Professore a contratto alla Cattolica di Milano e alla Link Campus di Roma è autore di articoli e libri sul Risk Management, Ad aprile 2019 ha pubblicato con Aracne Editrice il libro Protocollo S- Sequestro di persona.
Marcello Lopez, editor di GIB4I/SMEs, intervista Umberto Saccone
Domanda: di cosa parla Protocollo “S” ?
R. Non voglio parlare del libro ma voglio parlare delle persone che sono protagoniste di questo libro.
Attorno al tavolo, per dare un senso all’iniziativa, che non fosse solo la presentazione di un libro, ho voluto mettere tutte quelle persone in grado di proporre una riflessione per tentare di debellare completamente il fenomeno dei sequestri.
Negli anni 80 in Italia ci si incontrò per affrontare questi temi e il problema fu risolto.
Il fenomeno debellato con le iniziative legislative dell’epoca sul blocco dei beni.
Oggi stiamo parlando di un fenomeno a livello internazionale di una portata gigantesca.
D. Quante persone sequestrate ?
Dal 2001 al 2018 sono stati 126 gli italiani rapiti in 65 differenti sequestri messi in atto da organizzazioni terroristiche o da organizzazioni criminali. Purtroppo sei di loro hanno perso la vita. Di alcuni non si hanno notizie come per Padre dall’Oglio.
Quindi ritornando alle persone e ritornando al tavolo gli attori che ho ritenuto di fare incontrare, nella loro eterogeneità, sono la Confindustria, Il sole24ore, i membri del Copasir, le Vittime, l’Associazionismo con la onlus Hostage Italia con dei progetti molto ambiziosi.
La Confindustria perché nel mondo dei sequestri le aziende giocano un ruolo fondamentale. Sono loro che, sprovviste di ogni minimo know how, mettono in gioco le loro persone e la loro reputazione.
Le aziende sono appetibili. Le persone che vi lavorano rappresentano un vero business per le organizzazioni criminali e per quelle terroristiche.
E’ quindi agli industriali che mi rivolgo nel presentare questo libro.
Il sole 24 ore è il giornale della Confindustria, il giornale che ogni mattina và sul tavolo dei decisori. E’ bene che sia questo giornale al centro di questa iniziativa con un moderatore che conferma il suo impegno sui temi della sicurezza, Marco Ludovico.
I membri del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) sono quelle persone che hanno ricoperto un ruolo di vertice nel controllo dell’operato dei Servizi. Loro si sono trovati a vivere la stagione di molti dei sequestri di cui parliamo all’interno del libro.
Sono gli attori di una iniziativa culturale ma sono anche i destinatari delle riflessioni che faremo in questo incontro.
Poi abbiamo detto le vittime. Ho pensato che rivivere il loro sacrificio potesse essere anche lo strumento più adatto per metabolizzare la propria vicenda con una testimonianza viva.
Una elaborazione del trascorso che certamente aiuta ad evitare di trasformare il dolore in malattia.
Con la loro testimonianza, quegli elementi che dalla semplice lettura del libro forse ci sfuggirebbero, diventano pezzi di storia tangibile.
D. Presidente Saccone, ultimo ma non ultimo la Onlus.
Hostage italia è una onlus nata dall’idea di Giovanna Motka.
Ma chi è Giovanna Motka ?
Giovanna Motka è la mamma di Federico Motka sequestrato in Siria da appartenenti allo Stato Islamico mentre stava operando nel paese con la onlus IMPACT e che dopo la sua liberazione, grazie all’attività dell’AISE e dell’Unità di Crisi della Farnesina, ha pensato di impegnarsi a sostegno delle vittime dei sequestri.
Federico tra l’altro ha scritto la prefazione a questo libro.
Giovanna, per un senso di gratitudine, per un’esperienza drammatica che ha vissuto, per le relazioni che questa vicenda è stata in grado di creare, gli ha fatto nascere l’idea di creare questa onlus con l’obiettivo di sostenere le vittime ma anche i familiari durante e dopo un sequestro.
E un’opera meritevole perché durante un rapimento si spezzano i legami.
I legami familiari, i legami d’amore i legami d’amicizia.
Il mondo ti cade addosso. C’è bisogno di sostegno.
Saper dare questo sostegno saper dare assicurazioni saper dare certezze è un passaggio importante.
Passaggio importante, laddove gli organi investigativi non possono parlare; l’Unita di Crisi, per forza maggiore, centellina le informazioni.
Bisogna tenere un profilo basso.
Le famiglie non lo capiscono.
Le famiglie pensano quello che vedono.
Per loro non si fa mai abbastanza per riportare i propri cari a casa. Si potrebbe fare di più.
Tutte quelle cose che talvolta li spingono a creare attorno al caso rumore mediatico.
Rumore mediatico che danneggia.
Danneggia perché aumenta le aspettative da parte dei sequestratori che sanno di aver colpito la preda giusta e che possono portare a casa il risultato sperato.
Ebbene tutto questo ovviamente viene descritto all’interno del libro.
Crediamo fortemente in questa iniziativa di Giovanna Motka, tant’è che la mia società l’ha sostenuta e la sostiene con i proventi del libro e con ogni altra possibile iniziativa ci chiederà di realizzare.
D. Ma come pensa che la politica debba intervenire ?
Sarò sintetico : approccio interdisciplinare e olistico.
Nel senso che bisogna conoscere il fenomeno e affrontarlo nella sua globalità con tutti gli attori pubblici e privati che possono fornire un corretto contributo di pensiero.
Le gelosie di appartenenza non fanno bene alla risoluzione di problemi complessi.
Quindi tavoli allargati anche se riservati.
Il problema deve essere risolto alla radice.
Cioè p r e v e n z i o n e.
Diamo a tutti gli strumenti per proteggersi.
Informazioni corrette, obblighi normativi, defiscalizzazione degli oneri per la sicurezza, utilizzazione di contractor italiani a protezione delle nostre aziende e delle nostre persone.
Il libro nasce per questa riflessione.
D. Presidente, Lei ricorderà l’impresa di Ross Perot al quale sequestrarono in Iran due suoi dipendenti e cosa mise in campo per giungere alla loro liberazione, manu militari…
Le chiedo : il contesto normativo italiano avrebbe consentito una simile iniziativa ?
E, in caso affermativo, in Italia, un capo di impresa di tal fatta, avrebbe trovato realtà nazionali in grado di mettere in piedi tale potenza di fuoco e di intelligence ?
Tentare la liberazione con un blitz o mettere in atto tutte le più idonee misure di prevenzione ?
Ebbene la prima soluzione è assolutamente sconsigliata.
È bene sottolineare che tutti i tentativi di liberazione di ostaggi italiani sono terminati con la morte dell’ostaggio.
Rimane sotto gli occhi di tutti la tragica fine di Vittorio Arrigoni rinvenuto senza vita all’interno di un appartamento abbandonato a Gaza City, in seguito a un blitz condotto dai miliziani di hamas.
O quello che l’8 marzo 2012, dopo 301 giorni di prigionia, vedeva morire Franco Lamolinara per mano di un commando delle Unità Speciali dell’Esercito Britannico (SBS) insieme alle Forze Nigeriane, nel tentativo di liberarlo.
O, ancora, quello di Giovanni Lo Porto, ucciso il 15 gennaio 2015 da un drone della CIA durante un’operazione di antiterrosismo statunitense.
E, quindi, resta la p r e v e n z i o n e.
La prevenzione come unico strumento sul quale si può oggettivamente costruire una tutela per i nostri connazionali che viaggiano.
Su questo tema della p r e v e n z i o n e riesco a fare polemica.
Ed era la stessa che stavo facendo alla fine del mio intervento in Confindustria.
Sul che fare sarò sintetico.
Credo in un approccio interdisciplinare e olistico.
Nel senso che bisogna conoscere il fenomeno ed affrontarlo nella sua globalità con tutti gli attori pubblici e privati che possono fornire un corretto contributo di pensiero.
Quindi tavoli allargati anche se riservati.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: il problema deve essere risolto alla radice, cioè p r e v e n z i o n e !
Diamo a tutti gli strumenti per proteggersi : informazioni corrette, obblighi normativi.
Tutte cose che mancano e che oggi generano solo costi per l’intera comunità.
Grazie, Umberto Saccone.
In calce, il video completo della presentazione del libro tenutasi Giovedì 9 maggio, presso la sede di Confindustria, in sala Pininfarina, a Roma, in viale dell’Astronomia, 30.
Con la vendita del libro IFI Advisory sostiene Hostage Italia, organizzazione indipendente e no-profit che ha l’obiettivo di aiutare e supportare le vittime dei sequestri e delle loro famiglie.