La guerra mondiale tra ricchi e poveri
Il noto semiologo Noam Chomsky, tra i più noti intellettuali americani viventi (85 anni), è anche un linguista e un filosofo di primo piano, che a partire dagli anni ’50 ha contribuito a riportare lo studio del linguaggio umano al centro del dibattito scientifico, dando una spinta fondamentale allo sviluppo di discipline come l’intelligenza artificiale, le scienze cognitive e le neuroscienze.
Ospite del Festival della Scienza in corso a Roma, ha denunciato la guerra mondiale in corso tra i ricchi e potenti contro i poveri ed emarginati. Tesi per altro ben documentata in un recente libro di Luciano Gallino sul tema la vera lotta di classe.
Chomsky cita un recente rapporto di Oxfam, Oxford Committee for Femine Relief che si occupa di sconfiggere la povertà e le ingiustizie nel mondo,
secondo cui 85 persone (esseri umani) ricche guadagnano ogni anno quanto tre miliardi e mezzo di individui (esseri umani), mentre il 70% della popolazione americana non ha possibilità di intervenire su come vengano prese le decisioni politiche, semplicemente perché sono povere.
Ma chi sono i padroni dell’umanità?
Ci ricorda Chomsky che sono finanzieri, banchieri, capitani di industria, burocrati, che decidono le sorti dei singoli paesi nel chiuso delle loro stanze senza confronto con

berlusconi-vespa
l’opinione pubblica, aiutati da intellettuali organici e subalterni.
Ma cosa si può fare – viene chiesto al celebre linguista – di fronte a ciò che sta accadendo?
Ecco la risposta: «Bisogna sovvertire il sistema di potere attuale e attribuire di nuovo alla collettività e all’opinione pubblica la capacità di incidere su come verranno prese le decisioni».
Chomsky, da vero dissidente, non smette però di avere fiducia nell’umanità e nella forza degli intellettuali e della democrazia. Fiducia, sì fiducia negli uomini, e soprattutto nell’intelligenza della cultura.
Non si cambia nulla cavalcando la sfiducia e la disperazione, l’ignoranza e l’egoismo personale, la xenofobia, il razzismo, la volgarità, il turpiloquio, predicando il populismo.
Rivoluzione significa cambiamento lavorando per accrescere gli spazi della democrazie e della partecipazione, contrastando la violenza dei ricchi come quella degli sciocchi che giocano con le “molotov” ritenendo di essere dei veri rivoluzionari mentre sono invece dei poveretti isolati e frustrati come la storia insegna.
In pari tempo vanno chiamati in causa quei dirigenti di partiti che si ritengono depositari della virtù della nuova politica, mostrando facce sorridenti, spiritose, “moderne”, mentre rischiano di essere le nuove fotocopie delle vecchie fattucchiere circolate nei palazzi del potere in Italia in questi ultimi trent’anni, che nessun maquillage può nascondere.
L’unico accordo vero da rivendicare e possibilmente attuare attraverso la lotta delle masse è quello sull’attuazione della nostra Costituzione nella quale è tutto previsto a partire dal fondamentale principio dell’uguaglianza.
È piuttosto singolare che l’uomo (diciamo il giovanotto scelto a furor di popolo come leader del Pd) acerrimo nemico dei “caminetti” oggi ci dica: «Prendere o lasciare quello deciso tra me e Berlusconi» in una stanza del Nazareno.
È vero che si tratta di una legge elettorale per cancellare la vergogna del Porcellum, ma da quella che si sceglie dipende la formazione del Parlamento, delle sue funzioni, del modo come vengono scelti gli eletti, dal ruolo che si intende attribuire al governo, dal coinvolgimento del «popolo sovrano».
Non sono dettagli come qualcuno sbrigativamente vorrebbe far credere.
Noam Chomsky a Roma: “Democrazie europee al collasso”
Nel corso dell’incontro con la stampa il grande linguista Noam Chomsky aveva anticipato alcuni dei temi che saranno affrontati nel corso dei due appuntamenti con il pubblico romano (entrambi esauriti): la talk opera andata in scena in Sala Sinopoli e la lectio magistralis tenuta in Sala Petrassi. Per quest’ultimo appuntamento è stato predisposto uno schermo nel foyer per dare modo a tutti coloro che non fossero potuti accedere in sala, di assistere alla conferenza.
Tra le altre affermazioni, Chomsky ha dato un giudizio assai drastico sulle democrazie europee, “al collasso totale”, spesso gestite da “burocrati di Bruxelles”.

eccoli i 4 controllori europei….che passano al setaccio le finanze greche….oltre un folto stuolo di burocrati di Bruxelles….che tra poco prenderanno anche casa ad Atene!…e a settembre un’altra stretta alla cinta dei greci!
BOB TRAA olandese
SERVAZ DEROOUGE belga
KLAUS MAZOUX tedesco
ZOAO NINIO portoghese
Le conseguenze di questa situazione potrebbero essere molto gravi, fino all’insorgere di governi totalitari.
Molto critico col neoliberismo imperante, il grande linguista lo ha definito “un attacco alle popolazioni mondiali”. Anche sul fronte dell’informazione la situazione è veramente desolante. Rispetto alle sue precedenti venute in Italia, Chomsky rileva che oggi è sempre più scarsa la diffusione di notizie internazionali o di carattere non locale.
Chomsky: Monti, un requiem per la democrazia italiana
Chomsky, ovviamente non ha non risparmiato il sistema politico italiano. “In Italia la democrazia è scomparsa con l’arrivo di Monti, che non è stato eletto dal popolo, ma da un gruppo di burocrati di Bruxelles”,ha commentato infatti il linguista americano, ricordando però come il problema non sia limitato al nostro Paese. “Lo stesso Wall Street Journal ha scritto che la democrazia americana è al collasso. Ogni governo, che sia di destra o di sinistra, segue la stessa politica, decisa da gruppi di banchieri e burocrati”.
Secondo Chomsky, a dettare l’agenda politica, in Europa come in America, sarebbero dunque gli interessi particolari dei grandi gruppi finanziari e delle banche. Tra i loro obiettivi principali, la distruzione di quel welfare state che è stata una delle principali conquiste europee del dopoguerra.
“Il concetto lo ha sintetizzato bene Draghi in un’intervista recente, in cui ha dichiarato che il contratto sociale ormai è morto”, ha raccontato Chomsky: “Questo vuol dire che la politica ormai serve solo ad arricchire i banchieri”.
Se la diagnosi è chiara, la cura invece sembra difficile da trovare. Anche Internet e i nuovi media, spazi e linguaggi innovativi che per molti potrebbero contribuire a spezzare il “circolo vizioso del potere”, secondo Chomsky portano invece con sé nuovi pericoli.
“Mi sembra che spesso i nuovi media portino a una visione più ristretta del mondo, perché le persone sono attratte dai mezzi che esprimono esattamente la loro stessa concezione”, ha spiegato infatti il linguista.
“Se su un giornale come il New York Times si trovano ancora un certo numero di opinioni differenti, un blog tende invece ad averne una sola. D’altra parte Internet mi permette di leggere i giornali di tutto il mondo. Dipende quindi da come si usano. Possono essere un bene, allargando i nostri orizzonti, così come un male”.
In generale, “le democrazie europee sono al collasso totale, indipendentemente dal colore politico dei governi che si succedono al potere, perché sono decise da burocrati e dirigenti non eletti che stanno seduti a Bruxelles. Questa rotta – ha sottolineato Chomsky – è la distruzione delle democrazie in Europa e le conseguenze sono dittature”.Il neoliberismo
Il linguista ha parlato anche di neoliberismo come di “un grande attacco alle popolazioni mondiali, il più grande attacco mai avvenuto da quarant’anni a questa parte” e di new media, sottolineandone uno degli aspetti negativi che è “la tendenza a sospingere gli utenti verso una visione del mondo più ristretta perché quasi automaticamente le persone sono attratte verso quei nuovi media che fanno eco alle loro stesse vedute”. – See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Noam-Chomsky-auditorium-festival-scienze-roma-monti-burocrazia-europa-b26a1a77-8677-4cc1-acf4-e1baf2cc962b.html?refresh_ce#sthash.OUQ39YZx.dpuf
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