Scritto da Fabrizio Zampieri | Trend Online – gio 3 ott 2013
Purtroppo gran parte della stampa, quella che io definisco al servizio delle Banche (molte testate giornalistiche e società editoriali sono partecipate a livello di capitale sociale e/o controllate da Istituti Bancari) e dei politici compiacenti, molto spesso tralascia volutamente o pubblica in secondo piano notizie vitali per i cittadini soprattutto di carattere economico-finanziario. Personalmente reputo assai importante e molto preoccupante l’allarme lanciato a fine settembre dalla BRI, la Banca dei Regolamenti Internazionali ripreso solamente da poca stampa specializzata e da alcuni siti online.
Per la cronaca, la BRI è una banca speciale poiché fornisce servizi finanziari a tutto il sistema bancario e non a caso viene definita la “Banca delle Banche Centrali” operando come controparte nei pagamenti internazionali tra operatori bancari. La sede centrale è situata a Basilea e per il fatto che ha il “polso della situazione” del mondo finanziario, la si può definire come la Banca più potente al mondo.
La BRI, tramite un Report, la settimana scorsa ha lanciato un agghiacciante allarme (e se lo dice lei probabilmente qualcosa di vero… c’è) ovvero sta per abbattersi a livello mondiale, sulla finanza in primis e poi sull’economia e quindi sulla vita quotidiana di ognuno di noi un crash dalle proporzioni inimmaginabili.
Nonostante tutte le manovre artificiali ed artificiose di politica monetaria degli Stati, gli artifizi contabili messi in atto dalle varie Amministrazioni ed Autorità finanziarie, le continue azioni di quantitative easing (… soldi elargiti al sistema bancario a tassi d’interesse irrisori), i salvataggi di Banche con i soldi dei contribuenti, lo scenario mondiale non è migliorato.
“Si è tornati ad una situazione addirittura peggiore di quella della vigilia del crack di Lehman Brothers, nel 2008. Inoltre, i livelli di indebitamento (pubblico e privato) sono aumentati di circa il 30% rispetto allo stesso periodo e le situazioni di disequilibrio sono ancora presenti”, questo è ciò che ha affermato William White, ex economista presso la BRI.
E molteplici sono i segnali che vanno in questa direzione. In Europa, proprio ieri -2 ottobre- la BCE (Toronto: BCE.TO – notizie) , mantenendo invariati i tassi ufficiali di sconto a livelli minimi (è un segnale che la ripresa è ancora lontana), ha affermato che è pronta a prestare nuovo denaro al sistema bancario qualora ce ne fosse l’esigenza (ricordiamo che le dichiarazioni di qualche mese fa del Governatore Draghi andavano invece in senso contrario e ricordiamo anche che tra novembre 2014 e gennaio 2015 le Banche europee dovranno restituire i fondi ottenuti in prestito dalla Banca Centrale, e si parla di centinaia di miliardi di euro…).
Inoltre nell’ultimo anno nel “vecchio” continente l’indebitamento totale è aumentato di almeno 5 punti percentuali raggiungendo il livello di circa il 92%, cifre assai pericolose…, ma le Autorità Comunitarie e della zona euro proclamano tramite i media al loro servizio che la ripresa economica sta arrivando e la crisi è oramai in “fondo al tunnel”. Credo invece non ci sia alcun dubbio nell’affermare che si tratta di mera propaganda politica per far digerire meglio ai cittadini le manovre finanziarie “lacrime e sangue” le quali contribuiscono in minima parte a risolvere i problemi strutturali in essere. La cosa preoccupante è che la maggior parte dei popoli ci crede.
Non è migliore nemmeno la situazione negli Stati Uniti dove il Governatore della Fed si è praticamente rimangiato la decisione di voler ridurre l’enorme iniezione mensile di dollari (85 miliardi) per tentare di arginare la forte crisi ancora in atto. La Fed continuerà quindi a stampare moneta in grande quantità dimostrando perciò l’incapacità nel contrastare i problemi di fondo derivanti dal sistema finanziario e cercando solamente di posticipare lo scoppio del “bubbone” nel tempo. Nel frattempo i mercati finanziari brindano a queste decisioni con rialzi continui, ma si sa, i mercati sono governati dagli investitori Istituzionali (Banche, Fondi, Compagnie Assicuratrici, Multinazionali, ecc..) che ovviamente interpretano queste manovre come boccate d’ossigeno e possibilità di continuare a speculare anche con i soldi prestati dalle Banche Centrali.
Negli Stati Uniti ora si pone anche il problema del possibile shutdown, ovvero la probabilità di default dello Stato, e pensate alle conseguenze nella vita dei cittadini.. oltre alla perdita di credibilità internazionale della I economia mondiale, nel caso in cui in Congresso non si raggiunga un accordo entro il 15 ottobre. Naturalmente per evitare il crack statale si deciderà, magari nell’ultimo giorno utile, di innalzare il tetto del debito come si è fatto negli anni passati ma anche questa rappresenterà una soluzione temporanea che non risolverà certo il problema alla radice ma ne posticiperà solamente gli effetti.
E non sta meglio nemmeno un’altra grande economia mondiale quale il Giappone che ha raggiunto oramai un indebitamento pari al 211% del proprio PIL grazie alle medesime azioni utilizzate negli States (stampa di banconote ed innalzamento continuo del tetto del debito pubblico). Pensate che per ogni Finanziaria approvata nel Paese del “Sol Levante” oltre la metà delle entrate se ne va per coprire e ripagare gli interessi passivi sul debito. Anche in questo caso si sta solamente posticipando l’arrivo della “peste”.
Pensate che l’intero debito mondiale è stato quantificato nella cifra astronomica di oltre 50 mila miliardi di dollari (il debito italiano contribuisce con i suoi 2 mila miliardi di euro..) –fonte: The Economist– ma il reale debito, se comprendessimo anche tutte le poste extra bilanci costituiti da derivati, da strumenti over the counter e operazioni finanziarie che non transitano per le “vie ufficiali” arriverebbe addirittura alla cifra inimmaginabile di circa 200 mila miliardi di dollari… Quindi, nonostante le innumerevoli azioni “artificiali”, i trucchi di bilancio, la stampa di moneta, i “giochetti finanziari”, gli aiuti al sistema bancario, i prelievi sui conti correnti –mi aspetto una manovra simile anche in Italia- i responsabili di questa endemica crisi economica e finanziaria non sono capaci di trovare un rimedio definitivo e stanno solamente posticipando la resa dei conti con qualsiasi mezzo, continuando a non raccontare la verità ai popoli. Ma a causa di questa loro incapacità e forse anche poca volontà in nome del profitto a tutti i costi, la resa dei conti arriverà, è solo questione di tempo ed il grande crash finanziario, annunciato anche dalla BRI, colpirà tutti, banchieri, politici, governanti, magnati e grandi industriali ma, purtroppo, colpirà anche i normali cittadini tenuti all’oscuro di questa gravissima minaccia che pende sulla loro testa e sottoposti a sacrifici e manovre finanziarie in nome del libero mercato, della democrazia e della libertà.